Dopo
la colazione e tutti i dovuti preparativi quotidiani, partiamo dalla
splendido ed accogliente camping sulla duna di sabbia rossa per
ritornare sulla EN1 e continuare il viaggio verso nord. Il percorso è
abbastanza monotono, ma il tempo è bello e fa molto caldo. Verso la
una ci fermiamo per uno spuntino ed un rinfresco alla Quinta de San
Antonio giusto allo svincolo per andare verso la penisola di
Inhabane. Siamo ospiti di Adelaide e Victor, una coppia di
sudafricaniche si sono insediati qui da 10 anni.
Lei è molto loquace e ci intrattiene raccontandoci la sua storia, i suoi problemi con la gente locale e vari aneddoti sulla loro ben curata Quinta San Antonio. L'interessante è che Antonio si chiama il porcellino che gira tranquillamente con il cane fra i tavoli del locale. Percorriamo poi rigorosamente a 60Km/h i 33Km per giungere ad Inhabane, dove visitiamo il centro della accogliente città, che si trova ancora in buon stato visto che che fu risparmiata dalla distruzione durante la tremenda guerra civile fra il 1975 ed il 1990. Guerra che aveva come attori il FRELIMO (Frente de Liberation de Mozambique, appoggiata dal fronte sovietico-cubano) e la RENAMO (per la posizione occidentale finanziata ed appoggiata dal Sudafrica dei tempi dell'Apartheit). La guerra provocò la distruzione fisica di quasi tutte le principali città del Mozambico. Un pericoloso ricordo lo ha lasciato la presenza di campi minati ancora presenti in molte parti del paese. Noi dopo aver fatto la spesa al mercato centrale, lasciamo Inhabane con qualche difficoltà stradale continuiamo in direzione di Barra/Tofo per arrivati a Barra in serata, mentre già il celo si sta imbrunendo. Vorremmo andare sulla punta più estrema della penisola di sabbia, ma la alta marea proprio ora in corso ci impedisce di continuare. Dobbiamo quindi cercare un posto sicuro, che troviamo all'entrata della penisola, ma con qualche difficoltà, dato che il proprietario del camping Paraiso da Barra, aveva già chiuso ed era andato a casa. Veniamo aiutati da un passante e dopo circa mezzora arriva il proprietario che ci lascia entrare e sistemare nel piccolo ma accogliente campeggio a due passi della spiaggia e dal vicino all' Andaga Lodge con ristorante e piscina. Dopo esserci sistemati, appena prima del tramonto, andiamo a cenare al vicino ristorante di proprietà sudafricana, dove veniamo serviti da un gentile e disponibile cameriere che parla ottimamente l'inglese e si esercita parlandolo con noi.
Lei è molto loquace e ci intrattiene raccontandoci la sua storia, i suoi problemi con la gente locale e vari aneddoti sulla loro ben curata Quinta San Antonio. L'interessante è che Antonio si chiama il porcellino che gira tranquillamente con il cane fra i tavoli del locale. Percorriamo poi rigorosamente a 60Km/h i 33Km per giungere ad Inhabane, dove visitiamo il centro della accogliente città, che si trova ancora in buon stato visto che che fu risparmiata dalla distruzione durante la tremenda guerra civile fra il 1975 ed il 1990. Guerra che aveva come attori il FRELIMO (Frente de Liberation de Mozambique, appoggiata dal fronte sovietico-cubano) e la RENAMO (per la posizione occidentale finanziata ed appoggiata dal Sudafrica dei tempi dell'Apartheit). La guerra provocò la distruzione fisica di quasi tutte le principali città del Mozambico. Un pericoloso ricordo lo ha lasciato la presenza di campi minati ancora presenti in molte parti del paese. Noi dopo aver fatto la spesa al mercato centrale, lasciamo Inhabane con qualche difficoltà stradale continuiamo in direzione di Barra/Tofo per arrivati a Barra in serata, mentre già il celo si sta imbrunendo. Vorremmo andare sulla punta più estrema della penisola di sabbia, ma la alta marea proprio ora in corso ci impedisce di continuare. Dobbiamo quindi cercare un posto sicuro, che troviamo all'entrata della penisola, ma con qualche difficoltà, dato che il proprietario del camping Paraiso da Barra, aveva già chiuso ed era andato a casa. Veniamo aiutati da un passante e dopo circa mezzora arriva il proprietario che ci lascia entrare e sistemare nel piccolo ma accogliente campeggio a due passi della spiaggia e dal vicino all' Andaga Lodge con ristorante e piscina. Dopo esserci sistemati, appena prima del tramonto, andiamo a cenare al vicino ristorante di proprietà sudafricana, dove veniamo serviti da un gentile e disponibile cameriere che parla ottimamente l'inglese e si esercita parlandolo con noi.
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