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lunedì 7 marzo 2016

05 marzo 2016: da Nxai-Makgadikgadi NP a Khumaga

Durante la notte il tempo ha cambiato e da circa mezzanotte, ha piovuto intensamente; ed il risultato lo vediamo con le prime luci dell'alba. Attorno a noi abbiamo acqua da tutte le parti, sembra di essere nel bel mezzo di una piscina. Il camper è praticamente un'isola nel mezzo di un lago di acqua color caffelatte. Intanto continua a piovere e dobbiamo attendere fino alle 7.30 per che finisse di piovere. La prima fida è recuperare i nostri sandali lasciati davanti alla tenda e portati via dall'acqua.
Il più lontano lo troviamo a 20m dal camper. Risistemato tutto partiamo senza fare colazione per percorrere i 2km di strada completamente allagata fino all'ufficio all'entrata del parco. La strada non è pericolosa, ma non vedendo la profondità dell'acqua ci obbliga, per evitare sorprese, a mettere le quattro trazioni. Arrivati all'entrata del parco, siamo un po rialzati e all'asciutto. Qui ci piazziamo dietro alla ricezione per fare tranquillamente la nostra colazione. E' ancora nuvoloso e ogni tanto pioviggina, per cui decidiamo di ritornare sulla strada principale, senza fare la deviazione al punto denominato “Baines Baobab”, dove si trovano i vecchissimi Baobab che sono ancora li allo stesso stato come li aveva ritratti il pittore inglese Baines 150 anni fa. Fare da soli i circa 40km su strada parzialmente allagata e viscida ci sembra un rischio troppo grande. Percorso la strada di ieri usciamo dal parco, per poi ritornare sulla strada asfaltata per ca. 10km in direzione di Maun. Qui troviamo l'entrata del parco gemello, il Makgadikagadi NP, sul lato a sud della strada principale Nata – Maun.
Percorriamo poi i 36km su strada completamente sabbiosa all'interno del parco. Per fortuna la recente pioggia l'ha reso meglio percorribile. Sul percorso avvistiamo dei kudu, molte antilopi, zebre e solo un elefante. Questo è del tutto normale perché con l'aver piovutogli elefanti trovando acqua dappertutto, non sono quindi più costretti ad andare alle pozze o al fiume per abbeverarsi. Usciamo dal parco attraversando poi il fiume Botiti per arrivare al modesto paese di Khumaga. Il Botiti è strato asciutto fino al 2010 poi ha iniziato a scorrere a tal punto che è stato introdotto un sevizio di traghetto tramite un pontone. Noi lo possiamo però attraversare tranquillamente in auto dato che vi è al massimo un metro di acqua. A Khumaga ci sistemiamo al Tiaans Camp, un camping gestito dalla gentile signora Heike, una tedesca venuta qui da 5 anni. Con lei discutiamo a lungo sulla situazione in Botswana e sulla sua avventurosa vita africana. Anche lei ci confida di aver contratto il “mal d'Africa” e di sentirsi bene qui, anche se da tre anni ha perso il marito per una malattia incurabile. Ci appostiamo poi sulla terrazza sopra il ristorante per vedere gli animali a pascolare lungo il fiume Botiti, visti però solo mucche ed asini all'esterno del parco. Ceniamo sotto le stelle con una buona porzione di spaghetti al pomodoro. Per concludere ci concediamo, per dormire bene, il nostro abituale gin tonic.

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