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mercoledì 2 marzo 2016

29 febbraio 2016: Chobe Nat. Park, al Savute Camp

Anche stamattina siamo svegliati all'alba dai primi uccelli che vengono a cantare sulla pianta sotto la quale siamo sistemati noi. Dopo aver sistemato tutto per bene ed esserci fatto una bella doccia ripartiamo sul percorso di ieri lungo il fiume Linyanti per raggiungere l' Ngoma Gate. Per una disattenzione leggendo la cartina, percorriamo una quindicina di Km a fondo cieco e dovuti ritornare per trovare la strada verso l'uscita di di South Gate!!! Appena usciti dal parco continuiamo sulla nuova strada asfaltata fino a Kachikau, ultimo paese prima che inizi la strada dissestata per il Chobe NP. Qui ci fermiamo alla ricerca di un negozio per acquistare provviste e bevande.

Fatto ultima spesa, birra ecc, prima di partire conosciuto un indo-canadese che si è insediato qui per aprire un negozio di alimentari per i turisti che passano e vogliono fare l'ultima spesa prima di entrare nel parco. Qui incontriamo anche una famiglia (genitori più figlio con consorte) di Ciechi (abitanti della Cechia) che con due veicoli 4x4 stanno anche loro entrando nel parco. Di comune accordo decidiamo subito di procedere in convoglio. Dalla direzione opposta incontriamo anche una coppia di spagnoli, lui vestito in candida uniforme bianca da safari stona moltissimo con il fango che copre fino ad un metro e mezzo di altezza il veicolo. Ci da alcune importanti informazioni, in particolare il punto dove stamattina ha visto quattro leoni maschi. Procediamo poi in convoglio, io davanti e i Ciechi dietro, fino alla deviazione sulla strada laterale per Linyanti. La strada è tutta su sabbia soffice con qua e la qualche pozza d'acqua accumulata dopo il breve temporale che ci ha sorpresi. All'arrivo prima del Savute Camp la strada è in pessime condizioni e dobbiamo procedere con cautela. Qui ha piovuto di più ed il fondo è in parte fangoso e molto scivoloso. La sorpresa ci accoglie poi al check-in del campeggio; ci chiedono 100 US$ per notte, non abbiamo mai pagato tanto. Questo è il segno delle privatizzazioni fatte negli scorsi anni dal governo. I camp più attrattivi e solitari sono stati dati da gestire a compagnie private, in gran parte estere, e la conseguenza è che ora fanno quello che vogliono. Il camp è ben sistemato con ampi spazi ed una “ablutiom”, (toilette con servizi) a prova di elefante. Attorno hanno costruito un muraglione in cemento armato di almeno tre metri di altezza per dieci di spessore alla base. Noi ci sistemiamo al camp. N12 e ci godiamo la tranquilla serata, nuvolosa ma con temperatura gradevole.

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