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mercoledì 2 marzo 2016

27 febbraio 2016: da Victoria Fall a Kasane (Botwana)

Il tempo stamattina all'alba è bello con all'orizzonte solo degli annuvolamenti temporanei; decidiamo quindi di partire in auto, senza neanche fare colazione, per andare a visitare le cascate Victoria. Meglio sarebbe chiamarle “Mosi aoa Tunya”, ovvero in inglese “tundering smoke” o in italiano “fumo tuonante”, come le chiamavano gli abitanti del posto prima che arrivasse l'esploratore David Livingstone nel novembre del 1855. I libri di storia dicono che fu il primo bianco a “scoprirle”.
Vi è però da notare che vi sono delle cartine di provenienza portoghese che segnalano l'esistenza delle cascate al punto esatto sul corso del fiume Zambesi già circa 100 anni prima ! Non si sa bene come potessero averne conoscenza. Pare pero` che un missionario portoghese salendo lo Zambesi dal Mozambico le potesse aver viste, o almeno ricevute informazioni, sull'esistenza. Sta di fatto che Livinstone come segno di gratitudine dedicò le cascate
alla a quei tempi regina d'Inghilterra. Il governo dello Zimbabwe vorrebbe ritornarle al suo nome originario, cosi come fece cambiando il nome del paese da Rodesia a Zimbabwe, o da Salisbury ad Harare (l'attuale capitale). Un timido segno in questa direzione è il cartello all'entrata del parco che riporta i due nomi in questione. Noi, posteggiato l'auto, entriamo nel parco ancora prima delle sette. Abbiamo con noi il necessario per coprirci contro la pioggia, non quella dal cielo, ma quella che viene provocata dalla cascata. La prima tappa d'obbligo è alla statua di Livingstone all'estremità ovest della serie di cascate che in uno spettacolare perimetro di 1.6km precipitano per più di 100m in una “fessura” nel suolo. La quantità di acqua che precipita in questa stagione è enorme e la nebbia creata rende difficile la visione dello spettacolo. Il tutto è un cambiamento continuo condizionato dal vento e dalla luminosità del sole. Passiamo due ore camminando da un viewpoint all'altro cercando di vedere e fotografare il più possibile cercando di non inzuppare troppo la macchina fotografica. All'altro estremo del percorso vediamo il maestoso ponte in ferro che collega lo Zimbabwe con lo Zambia; sotto passa in una profonda gola tutta l'acqua precipitata nella cascata, a vederla dall'alto sembra impossibile! Ritorniamo poi al campground per fare la doccia, rinfrescarci poi partire verso il confine con il Botswana. Dopo 60K di noiosa strada diritta e piatta arriviamo Kazungulo, punto di frontiera Zimbabwe – Botswana.

Passato senza particolari problemi i controlli delle due “Migration”. L'entrata dell'auto nel Botswana richiede la compilazione di un complicato formulario ed il pagamento di una tassa di 20US$ pagati con la carta di credito. Particolare curioso: l'addetto all'immigrazione del Botwana quando vede il nostro passaporto ci saluta a sorpresa in Switzerdütsch con un Grüetzi, wie goots; seguite poi da altre espressioni tedescofane. Al controllo delle merci ci scoprono le banane nel frigo, e ci dicono che non possono entrare causa la mosca mediterranea!! Due le mangiamo sul posto, le altre le lasciamo a loro. Arrivati poi nella vicina Kasane dopo una ventina di Km, dopo aver prelevato i primi Pulas (la moneta del Botwana) passiamo a rinfrescarci nel primo ristorante che troviamo e a fare la spesa. Troviamo poi alloggio al Chobe Safari Lodge in un posto magnifico con ristorante, pool, negozi ecc. Anche Internet funziona a soddisfazione, ma solo alla ricezione e non nel camping. Qui come a Victoria Falls abbiamo abbastanza compagnia di altri camperisti. Ottima cena poi con spaghetti, al pomodoro e tonno. Peccato che una parte degli spaghetti nel far uscire l'acqua finiscono a terra in pasto alle formiche! 

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